The important thing is not being afraid to take a chance. Remember, the greatest failure is to not try. Once you find something you love to do, be the best at doing it.

Debbi Fields, Author

Decalogo per gestire i rapporti con le banche

Buona parte della  attività professionale dei dottori commercialisti di questi ultimi anni è dedicata a far consulenza ad imprese in crisi  ed a valutare la possibilità di predisporre piani di risanamento sostenibili.

Spesso ci si accorge che la gestione finanziaria ed i rapporti con le banche vengono ampiamente trascurati dall’imprenditore salvo poi dover recuperare il dialogo quando si manifestano problemi di cassa anche gravi.

In queste situazioni il fattore tempo è fondamentale così come lo è la disponibilità e la trasparenza delle informazioni.

Qui di seguito una serie di riflessioni (accorgimenti anche banali se si vuole ma per esperienza spesso disattesi) utili, anche e soprattutto, per imprese ancora in bonis per ottimizzare la gestione ordinaria e trovarsi preparati ad affrontare situazioni di tensione finanziaria.

Rapporto banca/impresa in 10 punti

È indispensabile sempre (anche se le cose vanno bene, perchè altrimenti spesso è troppo tardi):

  1. instaurare un dialogo con la banca, aggiornandola almeno annualmente sull’attività dell’impresa;
  2. conservare copia di tutti i contratti firmati con la banca, anche e soprattutto quelli relativi alle garanzie personali;
  3. richiedere almeno una volta l’anno la centrale rischi per impresa e soci e verificarne le risultanze con il bilancio;
  4. avere copia dei contratti relativi a garanzie prestate a favore di banche, società di leasing ed eventuali soggetti terzi e monitorarne la cancellazione dalla centrale rischi una volta pagato il debito (spesso non avviene e in centrale rischi rimane una situazione inquinata);
  5. valutare l’opportunità, ove possibile, di ridurre i debiti a breve consolidandoli e trasformandoli in debiti a medio/lungo (periodicamente esistono anche agevolazioni delle varie camere di commercio che aiutano a consolidare il debito);
  6. aderire ad un consorzio fidi (concede garanzie per la vostra impresa, aiuta a ridurre i tassi passivi, fornisce consulenza finanziaria);
  7. monitorare le esigenze finanziarie dell’impresa, compresa la necessità (sempre sottovalutata) di investimenti futuri per nuovi macchinari, sviluppo prodotti, eccetera;
  8. monitorare le esigenze (se rilevanti) della famiglia: nell’impresa familiare anche di medie dimensioni spesso la strategia di impresa è fortemente condizionata (sbagliando) dalle necessità della famiglia;
  9. monitorare periodicamente il valore delle proprietà immobiliari ed i tempi di una possibile cessione. Spesso i capannoni risultano difficili da vendere e non sono la riserva di potenziale liquidità in cui confida l’imprenditore per uscire dalla crisi;
  10. predisporre un business plan e relativo rendiconto finanziario.

Rendiconto finanziario ed OIC n. 12

Per approfondire il tema si rimanda al principio OIC n. 12 secondo cui il rendiconto finanziario deve riassumere:

  1. l’attività di finanziamento (sia autofinanziamento che esterno);
  2. le variazioni delle risorse finanziarie causate dall’attività produttiva di reddito;
  3. l’attività di investimento dell’impresa;
  4. le variazioni della situazione patrimoniale-finanziaria.

Why most small business fail in the last year?

    1. instaurare un dialogo con la banca, aggiornandola almeno annualmente sull’attività dell’impresa;
    1. conservare copia di tutti i contratti firmati con la banca, anche e soprattutto quelli relativi alle garanzie personali;
    1. richiedere almeno una volta l’anno la centrale rischi per impresa e soci e verificarne le risultanze con il bilancio;
    1. avere copia dei contratti relativi a garanzie prestate a favore di banche, società di leasing ed eventuali soggetti terzi e monitorarne la cancellazione dalla centrale rischi una volta pagato il debito (spesso non avviene e in centrale rischi rimane una situazione inquinata);
    1. valutare l’opportunità, ove possibile, di ridurre i debiti a breve consolidandoli e trasformandoli in debiti a medio/lungo (periodicamente esistono anche agevolazioni delle varie camere di commercio che aiutano a consolidare il debito);
    1. aderire ad un consorzio fidi (concede garanzie per la vostra impresa, aiuta a ridurre i tassi passivi, fornisce consulenza finanziaria);
    1. monitorare le esigenze finanziarie dell’impresa, compresa la necessità (sempre sottovalutata) di investimenti futuri per nuovi macchinari, sviluppo prodotti, eccetera;
    1. monitorare le esigenze (se rilevanti) della famiglia: nell’impresa familiare anche di medie dimensioni spesso la strategia di impresa è fortemente condizionata (sbagliando) dalle necessità della famiglia;
    1. monitorare periodicamente il valore delle proprietà immobiliari ed i tempi di una possibile cessione. Spesso i capannoni risultano difficili da vendere e non sono la riserva di potenziale liquidità in cui confida l’imprenditore per uscire dalla crisi;
    1. predisporre un business plan e relativo rendiconto finanziario.

I make a conscious effort to keep things in perspective when I get burned out. It is easy to get stuck in the daily grind, but if you think about all the distance you have covered, and what lies ahead, it is much easier to feel motivated and optimistic.

Alex Litoff, Event Farm

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